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Tipografia: 10 termini da sapere

Come abbiamo già visto nel precedente articolo, le maiuscole hanno un’origine epigrafica e derivano dalla scrittura dell’Impero Romano, mentre le minuscole così come le conosciamo oggi sono state “commissionate” da Carlo Magno e poi reinterpretate dagli umanisti. Ma quali sono le caratteristiche che definiscono i caratteri? Ecco un breve glossario per orientarvi nel magico mondo della tipografia!

1. Corpo

Il corpo è la dimensione del carattere tipografico misurata in senso verticale; nella stampa a caratteri mobili si riferisce dell’altezza della faccia del blocchetto in lega di piombo. L’altezza del corpo è tradizionalmente misurata in punti (1 pt = 0,3528 mm).

2. Occhio

Il corpo è suddiviso in due spazi: l’occhio e l’area delle accentazioni. La dimensione dell’occhio è data dalla distanza compresa tra ascendenti e discendenti ed è l’altezza entro cui sono compresi i glifi di ciascun segno. Originariamente con occhio si intendeva la parte in rilievo del carattere, cioè quello che si trovava sulla faccia superiore del parallelepipedo e che veniva inchiostrata.

3. Occhio Medio

L’occhio medio, in inglese detto x-height, è l’altezza delle lettere minuscole di un carattere tipografico (ignorando ascendenti e discendenti).

4. Linea di base

La linea di base è la linea immaginaria sulla quale poggiano le lettere, cioè la riga del quaderno su cui le maestre ci hanno insegnato a scrivere. La distanza tra le linee, o spaziatura verticale, si chiama interlinea (line-height) e viene misurata a partire dalla linea di base di una riga di testo alla linea di base della riga superiore.

5. Discendenti, ascendenti e tutti gli altri

Il discendente è la parte di una lettera che si estende sotto la linea di base e si trova nelle lettere g, j, p, q, y.  Viceversa, l’ascendente è la parte di una lettera che si estende sopra l’altezza della x-height; si trova nelle lettere b, d, f, h, k, l, t. In alcuni casi a seconda del disegno del carattere, l’ascendente risulta essere più alto della lettera maiuscola. Un fattore molto importante nell’aspetto finale del font è il rapporto della misura di ascendenti e discendenti rispetto a quella dell’occhio medio.

Quasi tutte le parti distintive dei caratteri prendono i loro nomi dall’anatomia del corpo umano e sono per questo facilmente riconoscibili e memorizzabili. Li abbiamo riassunti in questa immagine.

6. Grazie

Prego! Ah no, stiamo parlando di tipografia. Allora in questo caso bisogna dire che le grazie sono  gli allungamenti, solitamente ortogonali, presenti nelle alle estremità del carattere. Come abbiamo già visto derivano dal carattere lapidario romano inciso su pietra. I font con le grazie prendono il nome di graziati (in inglese serif), in contrapposizione ai font senza grazie che vengono detti bastoni (o sans serif).

7. Contrasto

Il contrasto è il rapporto tra lo spessore d’asta massimo e quello minimo o, più semplicemente, la differenza di spessore tra le linee spesse e le linee sottili. Più il rapporto tra linee spesse e sottili è alto, più aumenta il valore del contrasto.

8. Asse

Ogni famiglia di caratteri ha un proprio asse sul quale vengono disegnate e costruite le lettere. La presenza dell’asse deriva dalla scrittura a mano e simula il tratto di una penna, che genera linee spesse o sottili a seconda della direzione in cui vengono tracciate. La O è ideale per individuare l’asse di una lettera, perché ne mette chiaramente in evidenza l’inclinazione.

9. Tondo

Il tondo (definito anche come scrittura rotonda o, in inglese, roman) è il tipo di carattere in cui l’asse di ogni lettera è perpendicolare alla linea di base.

10. Corsivo

Il corsivo (in inglese italic) è invece uno stile di carattere nato dall’imitazione della scrittura a mano e contraddistinto da una leggera inclinazione delle lettere verso destra. Attenzione: un vero corsivo è progettato in modo univoco, non è semplicemente una versione inclinata del carattere tondo!

Lo sapevi che…

Concludiamo con una piccola curiosità. Come tutte le forme percepite dall’occhio anche le lettere sono soggette alle leggi dell’ottica: ad esempio, data una stessa altezza, un cerchio e un triangolo appaiono più piccoli rispetto ad un quadrato. Per questo le lettere appuntite, come la A, e quelle tonde, come la O, sono quasi sempre leggermente più grandi delle altre, pur apparendo visivamente uguali. Lo avevi mai notato?