Uno dei più diffusi luoghi comuni sul lavoro del designer è che sia prettamente artistico, mentre nella realtà è un processo che comprende molto più di questo: il mero senso estetico e la creatività non bastano per creare un prodotto efficace e facilmente usabile. Chi fa design deve possedere anche altre conoscenze e abilità talvolta relative a diverse discipline: una di queste è la psicologia.
Il ruolo della psicologia nel design
La psicologia è lo studio della mente, dedito a capire meglio i pensieri, le emozioni e i comportamenti delle persone; allo stesso modo un designer deve conoscere e comprendere queste attitudini psicologiche dell’utente, così da capire a fondo le sue esigenze e le sue percezioni. Ciò diventa particolarmente importante soprattutto in un ambiente in cui un approccio user-centered è sempre più rilevante.
Ovviamente i designer sono ben lontani dall’essere psicologi professionisti: si limitano a considerare e sfruttare alcuni concetti base che possono essere applicabili ai prodotti che progettano. Ma, nello specifico, quale parte della psicologia ricopre un ruolo importante nel design? Quali sono i princìpi che un designer deve sempre ricordare? Vediamone alcuni tra i più noti e utilizzati.
La legge di Hick
La legge di Hick afferma che: “il tempo in cui una persona prende una decisione è proporzionale all’entropia della decisione, cioè alla quantità e alla complessità delle alternative esistenti”. In poche parole, la legge stabilisce che più il numero di opzioni/azioni è ampio, più sarà difficile per l’utente prendere una decisione.
Un grande numero di immagini, prodotti o elementi grafici rallenta la velocità di azione e, di conseguenza, aumenta la frustrazione dell’utente: nel peggiore dei casi deciderà di abbandonare la piattaforma e utilizzare un altro servizio. Ridurre al minimo possibile il numero di elementi o azioni effettuabili, dunque, per un designer si traduce in un incremento dell’usabilità del prodotto.
La Gestalt
La Gestalt è una corrente psicologica incentrata sui temi della percezione: studia e determina la percezione visuale di elementi in relazione tra loro. In particolare questa teoria individua le modalità secondo cui le persone tendono a unire visivamente due o più elementi in un unico gruppo.
Le modalità particolarmente utili per il design sono:
- Similarità: quando un utente vede due elementi simili, li riconosce come dello stesso gruppo o dello stesso livello di importanza. La similarità tra più oggetti è definita da forma, colore, misura, testo o valore. Questo principio viene sfruttato stilando in modo uguale gli elementi grafici dello stesso tipo o importanza. Inoltre, è la similarità a creare coerenza nel design.

- Prossimità: quando due elementi sono posti vicini l’occhio umano li percepisce come dello stesso gruppo, anche nel caso in cui non siano visivamente simili. Ecco perché è importante mantenere limitrofi gli elementi dello stesso contesto logico.

- Chiusura: in presenza di un sufficiente numero di informazioni visive, la nostra percezione tende a “completare” anche forme non del tutto chiuse. Nel design ciò concede di semplificare figure anche molto complesse, così da poter trasmettere più informazioni tramite la struttura più semplice.

- Continuità: elementi simili per forma, colore o dimensione, posti uno dopo l’altro, danno un’idea di unitarietà. Anche questo principio è importante all’interno di un layout: per l’organizzazione, ad esempio, di elementi in righe e colonne oppure di caroselli.

La psicologia dei colori
La scienza che studia il modo in cui i colori influenzano la mente, il comportamento e le reazioni si chiama psicologia del colore. La teoria prova che i colori hanno un grande impatto sulla nostra percezione e per questo il designer deve sceglierli con cura.
Di seguito sono riportati alcuni effetti psicologici comuni dei colori; ovviamente bisogna tenere presente che in differenti sfumature, toni o contesti possono avere significati molto diversi.
- rosso: solitamente associato a sentimenti passionali, forti o aggressivi, compresi amore, passione ed energia, per questo è la scelta perfetta per attirare l’attenzione e stimolare l’impulsività;
- arancio: molto spesso usato nel mondo food, è un colore energico che trasmette eccitazione, ma è associato anche alla pace interiore e alla trasformazione;
- verde: è un colore versatile, legato alla salute, alla natura e alla rinascita, utilizzabile soprattutto nel mondo della natura ma anche della finanza grazie al suo potere tranquillizzante;
- giallo: il colore della felicità e del cambiamento, trasmette gioia e calore, da utilizzare quando si vuole essere divertenti o ottimisti, ma anche quando si vuole comunicare uno stato di allerta;
- viola: da sempre associato alla regalità e alla ricchezza, dunque spesso utilizzato per i brand di lusso, ma anche associato al mondo femminile, intuitivo, magico e spirituale;
- bianco: associato a purezza o innocenza, nel design è spesso usato per evocare un senso di giovinezza e modernità;
- blu: trasmette competenza, calma, stabilità e professionalità, per questo lo si trova spesso sui social network o immagini aziendali.
Effetto von Restorff
Anche conosciuto come “effetto di isolamento”, l’effetto von Restorff prevede che quando si presentano diversi oggetti simili tra loro quello che più si distingue è quello che verrà più ricordato.
Questo significa che sono gli elementi più importanti o significativi a dover essere caratterizzati in maniera diversa rispetto al resto del prodotto, così che siano più memorabili oltre che più facilmente individuabili: un classico esempio sono i pulsanti di azione, o “call to action”, solitamente più colorati e visibili di tutto il resto. Un elemento si può distinguere dagli altri, ad esempio, cambiando la sua forma, il suo colore o la sua dimensione. Questo concetto è utilizzato spesso per le tabelle dei prezzi, nelle quali l’offerta più conveniente o consigliata è spesso di dimensioni o colore differenti.

Conclusioni
Questi sono solo alcuni esempi di princìpi che normalizzano la complessità della percezione umana. Alcuni possono sembrare scontati, ma è proprio questo che dimostra come il nostro cervello utilizzi continuamente questi stratagemmi per elaborare la realtà senza che nemmeno ce ne rendiamo conto.
Il nostro cervello utilizza di continuo regole “standard” per elaborare la realtà, elaborazioni che un designer deve necessariamente tenere a mente e utilizzare durante la progettazione di un prodotto per accrescerne l’usabilità e, di conseguenza, la soddisfazione degli utenti che andranno ad utilizzarlo.